Prima della costruzione della domus nota come Casa delle Pitture, nell’area archeologica di Poggio Moscini, nell’ultimo del III sec. a.C., esisteva già una sala sotterranea a pianta quadrata. Nell’area destinata a essere occupata dal peristilio dell’abitazione è stato rinvenuto un gruppo di terrecotte architettoniche a soggetto dionisiaco, tra cui, il celebre Trono delle Pantere. Ricostruito dopo un attento lavoro di ricomposizione e restauro, è oggi esposto nel Museo territoriale del Lago di Bolsena.
Il trono in terracotta a grandezza naturale, si erge su una base quadrata di mt. 0,77 circa di lato; è decorato con motivi che rimandano all’iconografia di Dioniso, ovvero le pantere, mentre i putti probabilmente ricordano l’infanzia del dio che fu allattato dalle bestie.
La ricostruzione del trono a soggetto dionisiaco e lo studio del contesto archeologico hanno permesso di interpretare il complesso ipogeo come parte di un santuario dedicato alla divinità.
Gli strati con tracce di incendio, databili alla prima metà del II secolo a.C., sembrano, inoltre suggerire l’ipotesi che l’area sacra dovette subire una pesante distruzione a seguito del senatoconsulto sui Baccanali, del 186 a.C., voluto dal senato romano per la repressione dei alcune pratiche rituali legate a Dioniso.
I riti infatti, nei primi anni del II a.C., si diffusero con ogni probabilità anche nella nuova città di Volsinii, essendo il culto di Bacco ampiamente diffuso in altre grandi centri come Tarquinia, Tuscania e Vulci.
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