Vi si accede dalla chiesa di Santa Cristina, attraverso il portale medievale noto come portale della contessa Matilde. Il suo nome deriva dal fatto che conserva i marmi macchiati dal sangue prodigioso scaturito dall’ostia nel celebre Miracolo Eucaristico del 1263.
Il Miracolo Eucaristico del 1263
Nel 1263 un sacerdote boemo nutriva dei dubbi sulla reale presenza di Cristo nell’Eucarestia e intraprese un lungo viaggio alla volta di Roma per ritrovare la fede pregando sulle tombe degli apostoli e martiri Pietro e Paolo. Lungo la strada del ritorno, giunto a Bolsena, volle celebrare la Messa nel santuario di Santa Cristina: qui, ancora nel piano della sofferenza per i dubbi di fede che lo stavano dilaniando, il sacerdote vide l’ostia tramutarsi in carne e sgorgare il sangue che macchiò il corporale, i purificatoi e il pavimento ai piedi dell’altare. Papa Urbano IV che in quel periodo si trovava ad Orvieto stabilì che le reliquie fossero portate alla sua presenza e per l’occasione volle celebrare la prima messa e festa del Corpus Domini che sarà poi ufficializzata a Orvieto l'11 agosto 1264 estendendola a tutta la Cristianità. Nel 1290, Niccolò IV fece edificare il duomo di Orvieto per custodire il corporale, l’ostia e i purificatoi che sono tutt’ora conservati nella Cappella del Corporale. Nella Cappella Nuova del Miracolo di Bolsena sono conservate invece le quattro lastre di marmo dell’altare, sito nella Grotta di Santa Cristina dove si svolse il Miracolo Eucaristico, macchiate di sangue.
Raffaello nella Stanza di Eliodoro in Vaticano dipinse il Miracolo eucaristico nell’affresco noto come Messa di Bolsena, databile al 1512.
L’edificazione della Cappella Nuova del Miracolo
Nel 1693, alcune apparizioni sui marmi del pavimento, rimasti a Bolsena nella Grotta di Santa Cristina, propiziarono l’occasione di edificare una nuova chiesa/cappella per onorare l’importanza delle reliquie rimaste. Si decise quindi di utilizzare la Piazza delle Vergini, sita tra la Grotta di Santa Cristina e la chiesa e di demolire parte del complesso esistente, tra cui la facciata della Grotta, la chiesa di Santa Maria e la chiesa dei santi Sebastiano e Rocco per fare posto al nuovo edificio. Il progetto fu affidato all’architetto Tommaso Mattei (1652-1726), molto noto nell’ambiente romano e allievo di Carlo Rainaldi e Carlo Fontana: il 6 ottobre 1704 i marmi macchiati di sangue furono traslati dalla Grotta alla nuova Cappella che venne consacrata nel 1726 e terminata nel 1863. La struttura è chiara e molto luminosa; a pianta circolare, è ben articolata in spazi in stile barocco che risultano armoniosi e nel contempo solenni. I marmi del Miracolo sono conservati nell’altare maggiore, tre in una teca lignea dorata e uno in un reliquiario. L’altare è dotato di una grande pala di Francesco Trevisani raffigurante Il Miracolo di Bolsena (1704).
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